Premessa
La Commissione Europea ha più volte messo in evidenza l’importanza del contributo offerto dalle biomasse per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni, di aumento di efficienza energetica e di uso delle rinnovabili. Contestualmente, il Piano di Azione Nazionale (PAN) per le energie rinnovabili, previsto dalla direttiva 2009/28/CE, assegna un ruolo fondamentale alle biomasse per aumentare la produzione energetica da fonti rinnovabili, ai fini del raggiungimento dell’obiettivo del17% dei consumi lordi nazionali entro il 2020. Con l’entrata in vigore del O.M.OG/07/2012- noto anche come “Decreto rinnovabili elettriche non fotovoltaiche” – il panorama delle rinnovabili in Italia prende una forma più chiara nelle diverse soluzioni che vengono analizzate. Il Decreto diversifica gli impianti, sia per quanto riguarda la taglia (privilegiando quelli piccoli}, sia per quanto riguarda la tipologia di biomassa utilizzata (privilegiando quelli che utilizzano i sottoprodotti di origine biologica, per evitare problemi di mancata produzione nelle coltivazioni alimentari). l piccoli impianti (potenza entro i 200 kWe) accedono direttamente agli incentivi, erogati per un periodo di 20 anni in relazione alla vita utile degli impianti, senza la necessità di iscrizione ai cosiddetti “registri”, che per loro caratterizzazione possono riservare delle sorprese a livello di accettazione della domanda stessa. la Norma stabilisce una tariffa incentivante per l’energia elettrica prodotta da tali impianti e in alcuni casi riconosce ulteriori premi come nel caso in cui il calore prodotto dal processo sia utilizzato per il teleriscaldamento.
Obiettivi
Uno degli obiettivi del Movimento è quello di realizzare impianti di cogenerazione di piccola taglia, a gassificazione di cippato, per la produzione di energia elettrica e calore, sfruttando gli incentivi economici concessi dalla normativa vigente.
Descrizione processo
la Gassificazione è una tecnologia di conversione termochimica per mezzo della quale un combustibile solido (Biomassa legnosa) viene trasformato in un combustibile gassoso (Syngas) e biocarbone (google: biochar oppure terra preta). la trasformazione avviene in un reattore stagno, in assenza di ossigeno ed a temperature intorno ai 1000 oc. Con tale procedimento si effettua una scissione dei legami chimici originari con formazione di molecole più semplici: il Syngas, che può essere utilizzato per la produzione di Energia Termica ed Elettrica, in maniera combinata tramite un cogeneratore, a tutti gli effetti un ‘energia rinnovabile. Il biocarbone, prodotto di scarto della gassificazione, ha proprietà fertilizzanti dei terreni agricoli. Esso aumenta la resa dei raccolti, anche in maniera sostanziale nel caso di suoli impoveriti. Riduce il fabbisogno dei concimi e quindi l’impatto delle attività agricole sull’ambiente circostante. Trattiene l’umidità nel terreno, aumentandone la vita microbica e quindi la produttività. Numerosi studi hanno ormai inequivocabilmente dimostrato che il carbonio presente nel biocarbone rimane stabilizzato per centinaia di anni. Questo offre un semplice e sostenibile mezzo per sequestrare le emissioni di carbonio che vengono liberate in atmosfera bruciando i combustibili fossili. Come afferma Johannes Lehmann del College of Agriculture and life Sciences della Cornell University (lthaca, Stati Uniti), quando il biocarbone viene prodotto in seguito alla gassificazione delle biomasse, circa il 50% del carbonio che le piante hanno assorbito come C02 dall’atmosfera, durante la loro crescita, viene fissato nel carbone vegetale evitandone il rilascio in atmosfera e rendendolo inerte per centinaia di anni poiché è caratterizzato da una spiccata mancanza di reattività sia chimica che biologica e quindi è fortemente resistente alla decomposizione. In pratica è possibile concepire un sistema per la produzione di bioenergia che non presenti un ciclo del carbonio neutro ma che sia addirittura “carbon negative”. Franco Miglietta, ricercatore deii’IBIMET-CNR e presidente di ICHAR ha calcolato che se il biochar venisse adottato da tutta l’agricoltura italiana, il paese toglierebbe dall’atmosfera 45 milioni di tonnellate di C02 l’anno, ossia più di quanto richiede il Protocollo di Kyoto. In futuro il biochar potrebbe essere incluso nel computo delle emissioni globali e della distribuzione dei certificati di carbonio, trasformandosi così in una risorsa economica.
Ubicazione
La realizzazione degli impianti dovrà avvenire in punti strategici, cioè vicino a strutture che necessitano di molta energia termica o frigorifera (scuole, piscine, palestre, grandi edifici pubblici, centri termali, attività turistico ricettive …), poiché l’impianto oltre a produrre energia elettrica, che viene venduta ad un prezzo incentivato, fornisce calore che può essere usato per riscaldare in inverno e raffreddare in estate tramite pompe di calore ad assorbimento (ottenendo così oltre alla tariffa incentivante il premio per teleriscaldamento).
Come operare
Gli impianti in questione sono realizzati chiavi in mano, pertanto è richiesto solo un locale adeguato in cui alloggiarli. La ditta fornitrice, oltre a dare garanzia documentale in ordine all’assenza di emissioni inquinanti e/o rumori molesti (ben al di sotto delle soglie previste dalla normativa di riferimento), dovrà garantire assistenza per manutenzione ordinaria e straordinaria compresa la sostituzione dei pezzi soggetti ad usura. Il fornitore della tecnologia dovrà rilasciare garanzia sulla continuità di fornitura della materia prima (cippato) necessaria all’alimentazione di tali impianti. Dovrà essere stipulata un’assicurazione dedicata che protegga dai danni materiali e dal mancato profitto (assicurazione sui macchinari e sull’interruzione del loro funzionamento) oltre che per furto, incendio, atti vandalici e/o atmosferici. Il finanziamento di tali impianti potrà essere ottenuto dalle banche in cambio di una formale cessione dei crediti per la vendita dell’energia elettrica e relativa canalizzazione mensile in favore della banca per il periodo necessario all’estinzione del prestito.
Conclusioni
La realizzazione degli impianti a gassificazione di cippato produrrebbe un vantaggio economico immediato dalla vendita dell’energia elettrica al GSE e dall’azzeramento delle bollette per il riscaldamento e raffreddamento delle strutture servite dall’impianto . Nel medio periodo può esserci un ritorno economico in termini occupazionali, poiché il Comune potrebbe gestire lo smaltimento delle biomasse (residui di potatura, paglia di cereali, residui legnosi forestali, residui legnosi urbani ecc.) e quindi occupare delle persone per la raccolta del materiale presso gli agricoltori e per la sua cippatura; il ritorno economico legato al suo utilizzo come combustibile nell’impianto ricoprirebbe i costi dell’operazione e il biocarbone sarebbe restituito gratuitamente agli agricoltori come fertilizzante, con un vantaggio per l’ambiente e quindi per la comunità (D.Lgs 75 del 29/04/2010).
ciao, proprio ieri il sindaco del mio comune mi ha chiesto la disponibilità di un mio terreno di circa 1000 metri dietro la casa per poter istallare un impianto termico a cippato.avrei la casa riscaldata gratuitamente e un piccolo affitto per il suolo. Qualcuno mi potrebbe dare informazione a riguardo?