p.c. Al Sindaco di Montepulciano Andrea Rossi
Al Presidente del Consiglio Comunale Lorenzo Buiai Consiglieri Comunali
So di sembrare pedante, ma come è accaduto negli ultimi consigli comunali, rinnovo al Presidente Lorenzo Bui la programmazione di un Consiglio Comunale Aperto inerente la gestione dei rifiuti nel nostro Comune e in Ato Toscana Sud che, come voglio ribadire, comprende ben 106 Comuni.
Dato che tutte le volte, il Presidente del Consiglio, appellandosi al Regolamento, ha ritenuto di poter negare tale diritto alle opposizioni, ci terrei a sottolineare un particolare di non poco conto, che faccio presente qui e che pubblicherò, da domani su tutti i canali cui mi sarà possibile accedere.
Cito il Decreto Legge 90/2014 che disciplina e predispone misure incisive per la prevenzione della corruzione. Esso sostiene che:
Quando l’Autorità giudiziaria rileva condotte illecite di un impresa aggiudicataria di un appalto pubblico, il Presidente dell’ANAC, Cantone, ai sensi dell’art. 32 di questo decreto, ha l’onere di informare il Procuratore della Repubblica.
Inoltre, quando vi è la presenza di fatti GRAVI e ACCERTATI, il Presidente ANAC propone al Prefetto 2 vie alternative:
- la sostituzione dei vertici della società appaltatrice
- oppure in casi estremi, il commissariamento straordinario dell’impresa limitatamente alla gestione del contratto oggetto del procedimento penale.
Sua Eccellenza il Prefetto, previo accertamento dei presupposti indicati, e valutata la particolare gravità dei fatti oggetto dell’indagine, intima all’impresa il rinnovo dei suoi vertici e, qualora l’impresa non si adegui, o nei casi più gravi, provvede lui stesso alla nomina di uno o più amministratori adeguati al ruolo.
Nel Caso del Contratto che anche il nostro comune ha sottoscritto con il Gestore SEI TOSCANA – e questo va ribadito – la scelta di ANAC prima e del Prefetto poi, è stata la più drastica possibile. Infatti S.E. il Prefetto ha scelto il Commissariamento temporaneo della Società in questione, ovviamente per ciò che concerne i rapporti con le amministrazioni appaltanti. Scelta prevista dalla norma per i casi di maggiore gravità.
L’argomento del consiglio Comunale aperto non vuole e non deve assolutamente essere “sostitutiva” dell’azione dell’autorità giudiziaria, né deve accertare le responsabilità penali degli indagati come più volte da VOI è stato detto. Il tema dovrebbe vertere su modalità alternative all’attuale per cercare di proporre in assemblea ATO nuove e più moderne visioni all’attuale sistema che – questo è innegabile- è estremamente costoso e fallimentare. Sappiamo che le progettualità in questo campo non possono essere immediate, ma la politica ha il compito di immaginare un futuro diverso e più funzionale e se non lo facciamo adesso, in questa situazione, non arriveremo mai a nessun traguardo utile ai nostri concittadini e all’ambiente nel quale viviamo.
A questo punto non posso che rileggere il nostro regolamento cui il Presidente sostiene di attenersi:
“Quando rilevanti motivi di interesse della comunità lo fanno ritenere necessario, il Presidente, sentita la Giunta e la Conferenza dei Capigruppo, può convocare l’adunanza “aperta” del Consiglio Comunale,… L’adunanza “aperta” del Consiglio Comunale sarà convocata, … su singole tematiche riguardanti lo sviluppo locale, sociale e tematiche di interesse collettivo.”
- ANAC e Prefetto ravvisano la presenza di fatti gravi e accertati.
- ANAC e Prefetto hanno ritenuto di dover agire con la massima severità permessa dalla Legge.
- La tematica è di particolare interesse collettivo, quindi il Presidente del Consiglio di Montepulciano non può limitarsi a dire che non ravvisa la necessità del C.C. Aperto ma DEVE motivarlo in modo serio per rispetto del ruolo imparziale che dovrebbe tenere a difesa e garanzia di maggioranza e di opposizione!
PROPOSTA DI INDIRIZZO DEL M5S DI MONTEPULCIANO, PER UN CONSIGLIO COMUNALE APERTO
PREMESSO:
– che a maggio 2015 la Guardia di Finanza si è presentata su richiesta della Corte dei Conti alla sede di ATO Sud per il sequestro di tutti i documenti riguardanti il bando di gara ed il contratto sottoscritto da ATS con il Gestore Unico Sei Toscana e approvato in assemblea dai sindaci partecipanti.
– che l’indagine della Corte dei Conti è tutt’ora in corso.
– che da poco si è conclusa un indagine della Procura Penale di Firenze guidata dal Procuratore Creazzo sulla società SEI Toscana oltre che sui suoi vertici.
– che tale indagine ha portato prima all’arresto del Direttore generale di ATO sud Ing. Corti Andrea e all’allontanamento dai pubblici uffici degli ex Amministratori delegati di Sei Toscana Organni Eros e di Sienambiente Buzzichelli Marco, dell’ex presidente di Sienambiente Vigni Fabrizio, nonché degli avvocati Menaldi e D’Onza, consulenti di ATO Toscana Sud per la predisposizione della gara di appalto, così come emerso dall’Ordinanza di Custodia Cautelare.
– che dopo le dimissioni dell’Ingegner Corti da Direttore Generale, la scelta dei sindaci è ricaduta all’unanimità, sull’ingegner Enzo Tacconi, RUP (Responsabile Unico Del Procedimento, cioè colui che doveva supervisionare che i documenti della gara fossero disposti secondo legge e correttamente).
– che lo stesso Tacconi è stato indagato subito dopo la sua nomina a Direttore Generale.
– che il GIP ha chiesto il rinvio a giudizio per gli indagati di cui sopra.
– che anche l’Autorità Anticorruzione (ANAC) si è attivata in merito alla vicenda è ha ritenuto i fatti
talmente “GRAVI e ACCERTATI”, da proporre al Prefetto, secondo quanto previsto dal D.L. 90/2014, 2 vie alternative:
- la sostituzione dei vertici della società appaltatrice
- oppure in casi estremi, il commissariamento straordinario dell’impresa limitatamente alla gestione del contratto oggetto del procedimento penale.
– che lo stesso Prefetto ha dichiarato pubblicamente che avrebbe scelto, come poi ha fatto, la soluzione prevista nei casi di maggiore gravità commissariando Sei Toscana , nei suoi rapporti con ATS.
– che successivamente è stato prorogato il commissariamento per ulteriori 9 mesi.
CONSIDERATE
– le ultime dichiarazioni di Cantone, Presidente di ANAC, che, in una lectio magistrali, davanti agli studenti dell’Università di Pisa ha detto: «La questione più rilevante è quella di Sei Toscana: c’è un’inchiesta giudiziaria e oggi l’azienda dei rifiuti è commissariata perché oggettivamente sono emersi fatti molto gravi. I rifiuti rappresentano un settore molto delicato, di cui non si può fare a meno e nel quale girano molti soldi. Dove gli interessi sono alti, lo sono anche i rischi».
PRESO ATTO
– che l’iniziativa giudiziaria nasce in seguito alla rilevazione di grosse anomalie nel contratto con il Gestore Unico: “un bando anomalo nel contenuto, una gara anomala nella durata e nelle fasi procedimentali che l’hanno caratterizzata fino alla aggiudicazione” sono le parole del GIP.
CONSIDERATO
– che sia il Contratto con il Gestore Unico che le Convenzioni con i Gestori degli impianti presentano clausole che vanno ad esclusiva tutela dell’azienda privata ingenerando costi aggiuntivi o mancati ricavi che servirebbero a calmierare le Tariffe.
– che nelle convenzioni sono state inserite le soglie minime di conferimento che portano a gravare sulle casse comunali, qualora vengano attuate politiche estremamente virtuose di gestione dei rifiuti, in netto contrasto con lo spirito della legge.
– che il sistema di calcolo del corrispettivo di ogni impianto di smaltimento è stato stabilito basandosi sul dato storico (2011). Non è stata prevista la possibilità di rimodulare la tariffa grazie alle possibili economie di mercato che si sono venute a creare con la nascita del gestore Unico (in difformità alle previsioni normative del dpr 158/99).
– che l’art. 3.4 (iii) delle convenzioni impianti prevede l’espressa esclusione dal computo del corrispettivo anche dei ricavi derivanti dalla produzione di energia da biogas. Mentre nelle previsioni normative vigenti tutti i proventi della vendita di materiale ed energia derivanti da rifiuti dovrebbero essere detratti dai costi (DPR 158/1999 All. 1 p. 2.1) e che pertanto la mancata detrazione dal corrispettivo impianti dei ricavi da produzione di E.E. da biogas comporta un indebito extra profitto a vantaggio dei gestori degli impianti ed un danno a carico dei cittadini per il mancato abbattimento dei costi, in quanto la maggior parte dell’investimento (rete di captazione del biogas) è a carico del pubblico (dlgs 36/03).
– che le modalità di assegnazione delle Quote di partecipazione dei singoli comuni nello STATUTO di ATS ora vigente, sono in netta antitesi con la direttiva CE 98/2008 e i dlgs 22/97 e dlgs 205/10. Lo statuto infatti, allo stato attuale, permette che 5 comuni, sede di impianto, abbiano la maggioranza assoluta delle quote in netto conflitto di interessi con le politiche previste dalla Legge Italiana. Tali modalità di assegnazione ostacolano l’attuazione della gerarchia che impone le buone pratiche sulla gestione dei rifiuti, impedendo di fatto ai comuni “virtuosi” di avere potere decisionale in sede di Assemblea.
– che dai dati ufficiali di ATO risulta che il sistema è talmente mal gestito da costringere i cittadini dell’Area Toscana Sud, a pagare circa il doppio dei rifiuti indifferenziati che effettivamente producono. I Rifiuti indifferenziati prodotti nella nostra area, e quindi conferiti negli impianti “convenzionati”, infatti, ammontano a circa 385.000 tonnellate, ma dai dati emerge che gli stessi pagano la lavorazione di circa 623.000 tonnellate.
Questo escludendo tutti i costi e i ricavi della raccolta differenziata per la quale non è presente alcuna convenzione con i Gestori privati, sui quali quindi vi è una scarsissima capacità di controllo.
– che le criticità sopra descritte sono emerse nei dibattimenti dei consigli comunali già a partire da gennaio 2015 e che sono già agli atti proposte tecniche concrete per correggere le storture del sistema.
VISTO
– che la Regione scelse di istituire l’ATO con l’obiettivo di una riduzione dei costi, i quali si sarebbero dovuti abbassare grazie alle economie di scala prodotte con il Gestore Unico, ma che la stessa non tenne in considerazione che le economie di scala raggiungono un valore massimo in corrispondenza di un bacino ottimale, oltre il quale l’economicità e l’efficienza del sistema vanno via via riducendosi.
– che è stato scelto di stipulare un contratto di affidamento ventennale.
ACCERTATO
– che i costi sono aumentati e continuano ad aumentare anno dopo anno nonostante la progressiva riduzione della produzione di rifiuti, evidenziando nei fatti che il sistema si basa su dei presupposti sbagliati.
PRESO ATTO
– che dall’ultima relazione dell’Antitrust emerge che l’Area Ottimale di Raccolta integrata dei Rifiuti dovrebbe essere circoscritta in un Bacino di 100.000 abitanti e dovrebbe produrre circa 80.000 tonnellate di rifieti.
– che l’ATS riguarda invece un bacino di 830.000 abitanti e produce da solo 500.000 tonnellate di rifiuti, valori molto maggiori ai bacini ottimali suggeriti da Antitrust;
– che la stessa Antitrust ha evidenziato l’opportunità che gli affidamenti non superino un tetto massimo di cinque anni stabilito in via normativa.
CONSIDERATO
– che sta alla magistratura stabilire se tali anomalie siano dovute a comportamenti illeciti dei singoli.
– che però, indipendentemente dalle responsabilità penali e civili che saranno accertate dai magistrati, è dovere dell’amministrazione non attendere l’esito delle indagini della magistratura per correggere le criticità che sono già emerse in maniera evidente e che ledono gli interessi dei cittadini.
– che l’errata articolazione del sistema attuale rende difficoltosa la correzione degli errori di impostazione commessi inizialmente.
– che addirittura pare si vogliano effettuare scelte che reiterano e amplificano gli errori del passato andando verso un’ATO e un gestore unico a livello regionale, come emerso dal dibattito in assemblea ATO del 28/06/17.
CONSTATATO
– che tali criticità hanno altresì un impatto considerevole sull’ambiente e sulla salute dei cittadini.
– che la tutela dell’ambiente è un valore costituzionale primario e assoluto (art. 9 della Costituzione sulla “Tutela del Paesaggio” e art. 32 sul “Diritto alla Salute dei Cittadini, come singoli e come Collettività”).
– che la CONVENZIONE di Arhus, sottoscritta anche dallo Stato Italiano, stabilisce di informare e rendere partecipe il Pubblico a piani, programmi, politiche e regolamenti in materia ambientale.
VISTA
– la necessità di adeguarci concretamente ai contenuti delle direttive europee recepite con legge dello Stato.
– la situazione economica Italiana che in questo momento richiede all’amministrazione uno sforzo particolare per azzerare gli sprechi e ridurre al minimo le tariffe a carico dei cittadini.
Considerato quanto è emerso dal dibattito del consiglio comunale aperto,
SI IMPEGNA IL SINDACO O IL SUO DELEGATO IN SEDE DI ASSEMBLEA DI ATO
– A partecipare personalmente a TUTTE le assemblee indette da ATO Sud.
– A riferire in sede di Consiglio Comunale su quanto deliberato in tali assemblee e su cosa votato dal Ns delegato.
– A Proporsi Capofila della AOR Valdichiana Senese per portare in sede di Assemblea e in sede Regionale un documento politico che vada in senso contrario alle volontà di Enrico Rossi sia dell’ATO UNICA sia di un unico gestore.
– Ad attuare tutte le azioni possibili, anche confrontandosi con le opposizioni, per ottenere una revisione del Contratto stipulato a marzo 2013 con il Gestore Unico.
– Ad attuare tutte le azioni possibili, anche confrontandosi con le opposizioni, per ottenere una revisione delle Convenzioni con i gestori degli impianti stipulate fra il 2010 e il 2011.
– Ad attivarsi con gli altri Comuni e con le opposizioni affinché si porti in sede di Assemblea una proposta di delibera atta a variare le modalità di assegnazione delle Quote di partecipazione dei singoli comuni in base a quanto stabiliscono sia le direttive CE che la Normativa italiana.
-Ad attivarsi per informare i cittadini in quanto è palese che solo attraverso la partecipazione della cittadinanza è possibile trovare la forza necessaria per incidere nei processi decisionali in ATO, adesso ad esclusivo appannaggio dei comuni sede di impianto.
Mauro Bianchi e Michele Abram
(MoVimento 5 Stelle di Montepulciano)